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Le cave di Alabastro di Busca si trovano a meta strada tra l’imboccatura delle valli Maira e Varaita, in una zona appartenente al settore meridionale di quello che i geologi chiamano Massiccio del Dora-Maira (Alpi Cozie); esse sono situate sul pendio della collina definita “Eremo di Belmonte”, in un’area denominata “La Marmorera” proprio in riferimento alle attivita estrattive un tempo ivi praticate. Le cave godono di una posizione facilmente accessibile, a breve distanza dal centro abitato di Busca-

L’Alabastro (anche conosciuto come Onice) di Busca viene considerato, grazie alle sue caratteristiche estetiche, come una delle “pietre ornamentali” più significative dell’arte e dell’architettura piemontese. Estratto dal XVII al XX secolo, il suo vasto utilizzo è testimoniato dalla notevole quantità di oggetti e decorazioni realizzati in questo materiale. Era molto ricercato in Piemonte e fuori Piemonte per l’arredamento di edifici privati, rivestimenti ornamentali, suppellettili decorative e camini. Esempi degni di nota si possono trovare in chiese ed edifici soprattutto nelle provincie di Cuneo e Torino.

Vista aerea delle cave

Interno di una cava

Si cominciò ad estrarre il prezioso alabastro, riccamente variegato, a partire dal diciassettesimo secolo e la cava  fu abbandonata alla metà degli Anni Cinquanta del secolo scorso, quando cessò lo sfruttamento. Già nel 1620 le cave appartenevano al Principe di Carignano Amedeo di Savoia; nel 1814 passarono al Demanio, nel 1879 al Senatore Carlo Brunet di Cuneo. In seguito passarono ad altri privati.  Dal XVII al XX secolo è stato usato nell'edilizia soprattutto come pietra ornamentale e decorativa per la manifattura di particolari di grande pregio, passando dalle colonne decametriche della Chiesa di San Filippo Neri a Torino fino alle Urne decorative nelle Tombe dei Savoia a Superga.

Benché l’alabastro non sia un marmo, le cave erano indicate in dialetto dalla popolazione come “la marmorera”. In origine  l’attività estrattiva veniva praticata manualmente con l’utilizzo di scalpelli, picconi e mazze per danneggiare il meno possibile i blocchi durante l’estrazione.

 

Dal punto di vista geologico, i depositi di alabastro si trovano all’interno di marmi dolomitici, che rappresentano la copertura triassico-liassica del settore meridionale del Massiccio Dora-Maira. Si presume che la formazione dell’alabastro sia conseguente a fenomeni di deposizione carsica risalenti  ad epoche comprese tra i 400.000 e i 50.000 anni or sono. Si tratta, in particolare, di cinque gole di lunghezza variabile, fino a oltre un centinaio di metri, profonde anche una trentina, particolarmente suggestive, dai variegati colori a seconda di come vi incide la luce nelle varie ore del giorno.  L’alabastro di Busca è una roccia calcarea, composta essenzialmente da calcite che si è deposta sotto forma di stalattiti, stalagmiti e altre concrezioni all’interno di cavità o grotte presenti nelle rocce della collina di Busca, centinaia di migliaia di anni fa.

Le Cave, tuttora esistenti, costituiscono un sito di potenziale e rilevante interesse geoturistico.

La Basilica di Superga, realizzata negli anni 1717-1731 su progetto di Filippo Juvarra, e dedicata alla Nativita di Maria. Fu eretta per volonta di Vittorio Amedeo II a compimento di un voto dopo la vittoria del 1706 sui francesi. La chiesa, a pianta circolare, e sovrastata dalla cupola alta 75 metri e affiancata da due campanili alti 60 metri. E sede delle tombe reali situate nella cosiddetta Cripta dei Savoia, o Cripta Reale, la cui costruzione, posteriore a quella della Basilica, risale al 1778. L’Alabastro di Busca e stato utilizzato ampiamente per rivestimenti.

Interno Cripta Reale

 

La Sala dei Re e la prima sala della Cripta Reale. Al centro di questa si erige il sarcofago di Carlo Alberto di Savoia, e si puo osservare dietro di esso l’altare della Deposizione. Sulla tomba si notano le urne e il panneggio in Alabastro di Busca, che e stato anche utilizzato nella Cripta anche per pannelli di rivestimento alle pareti e alla volta.

Basilica di Superga

 

Vari aspetti dell'alabastro di Busca,  provenienti da settori diversi della cava e tagliati secondo varie direzioni.

 

Le realizzazioni in alabastro di Busca nel mondo.

 

In un vecchio numero del “Canadian Statesman” pubblicato nel 1905 nella cittadina di Bowmanville, Ontario (che all’epoca aveva una popolazione di circa 2800 abitanti, e quindi il giornale locale riportava i piu minuti avvenimenti), si racconta come durante un importante matrimonio (era quello della figlia dell’Editore del giornale) fra i regali piu apprezzati ci fosse proprio un orologio da tavolo in “Onice Piemonte”.

La chiesa di St Mary a Rochester, NY (USA)
Nella chiesa della cittadina di Rochester e stato eretto nel 1952 un altare laterale (in onore del Vescovo George F. Kettell che della Chiesa era stato pastore negli anni precedenti). Tale altare e citato nel trafiletto preso dal “The Catholic Courier Journal” del venerdì 5 ottobre del 1952, e nel testo si afferma che tale altare conteneva degli inserti in “Onice Piemonte”, uno dei tanti modi in cui e stato conosciuto l’Alabastro di Busca.

Maurice Fenaille, pioniere dell’industria petrolifera francese ma anche amatore d’arte e grande collezionista, nonche mecenate e filantropo, costruì a partire dal 1912 un grande sanatorio a Severac le Chateau, nel distretto dell’Aveyron. Durante la Prima Grande Guerra e stato utilizzato anche come ospedale per i feriti nelle operazioni militari, e donato infine allo Stato nel 1938. Tuttora, dopo vari rimaneggiamenti, il sanatorio Fenaille e adibito a struttura di lungo e medio degenza. All’epoca della sua costruzione il sanatorio era stato dotato di una grande sala di riunione, adornata da un notevole caminetto rivestito in Alabastro di Busca. Tale caminetto, di fattura tardo ottocentesca, e abbellito da teste di leone e ornamenti in bronzo dorato e si ispira ai caminetti antichi situati nel Salone di Ercole nella Reggia di Versailles.

Il successo dell’Alabastro di Busca potrebbe essere in gran parte attribuibile a Filippo Juvarra che fece un grande utilizzo di questo materiale in quasi tutte le sue opere.
Nella casa natale di Napoleone Bonaparte, ad Ajaccio in Corsica,
(attualmente Musee Nationale Maison Bonaparte) sono conservati due
caminetti in Alabastro di Busca, probabilmente fatti installare attorno al
1799 nel quadro di un rinnovamento architettonico della dimora. In tali
camere Napoleone I ha sicuramente dormito al ritorno dalla sua
campagna d’Egitto, nell’ottobre del 1799.
La chiesa di San Filippo Neri a Torino.

Si tratta della chiesa piu vasta di Torino, misurando 69 metri in
lunghezza e 37 in larghezza. La sua costruzione inizio nella seconda
meta del '600. Fu riedificata nel 1714 a cura di Filippo Juvarra
il quale utilizzo l’Alabastro di Busca. Sono infatti
formati o rivestiti con questo materiale diversi particolari
architettonici, come le sei grandi colonne tortili dell’altare maggiore, le
colonnine delle balaustre degli altari minori e soprattutto le 12
imponenti colonne che inquadrano gli accessi alle cappelle laterali.

Video sulle miniere di Busca: https://www.youtube.com/watch?v=_Zn6pzEZPLU

https://www.comune.busca.cn.itindex.phpmodule=listNews&method=detail&id=6519

http://www.oum.ox.ac.uk/corsi/stones/view/359

https://iris.unito.it/handle/2318/147996#.XxR8pvlMTIU

PDF on line scaricabile qui: https://iris.unito.it/handle/2318/1610674#.XxR-pflMTIU